lunedì, settembre 30

STORIE BROLESI – Il “Medico Di Famiglia”, Come Lui Stesso Ama Definirsi, Cosimo Costantino Va In Pensione

STORIE BROLESI – Il “Medico Di Famiglia”, Come Lui Stesso Ama Definirsi, Cosimo Costantino Va In Pensione

Nessuno aveva servito fino ad oggi, così a lungo, oltre 44 anni, il territorio brolese, se escludiamo il dottor Giacinto Garofalo, ma erano altri tempi. Lui ora raccomanda “abbiate fiducia nel vostro nuovo medico di famiglia”

domani, 25 novembre, va in pensione

Medico di base, a Brolo dal primo luglio del 1977, quando ancora questi si definivano medici condotti, Cosimo Costantino, si appresta a dismettere il camice “di servizio”, quello che per più di 40anni ha indossato mattina dopo mattina, instancabilmente, prima  di raggiungere il traguardo della pensione.

Dopo ben 44 anni consecutivi come medico “di famiglia”, come lui ama definirsi, si può ben dire che il dottor Cosimo è, a ragione, considerato un punto di riferimento per la comunità, per diverse generazioni e per tantissimi pazienti che per lui sono sempre stati, prima di tutto persone, poi ottimi conoscenti, molti diventati amici.

44 anni di servizio sono un vero record per Brolo, dove lui giunse giovanissimo, per scelta, innamorato del paese che aveva scoperto nei derby contro la Tiger, quando giocava con la maglia del Novara di Sicilia, insieme a Truscello e Saglimbeni.

Costantino ha frequentato prima lo studio medico del dottor Carmelo Catano, poi  aprendo il suo studio, divenne il medico di tantissimi assistiti che ora, in questi giorni, lo stanno ringraziando per il lavoro fatto e l’assistenza prestata.

Una storia da raccontare quella di Cosimo.

Laureatosi medico a Messina, dopo aver studiato al S. Luigi, l’ istituto salesiano della città, fece esperienza al “Margherita” tra sale chirurgiche e corsie, accumulando esperienza e conoscenza, poi, lui giovane delle borgate di Messina Sud, fece la scelta della “trincea”, quella del vivere a stretto contatto con la gente in una condotta di paese. Optò per Brolo. E qui fece il medico di famiglia, in un paese che tra luci e ombre cresceva, urbanizzandosi sempre più.

Arrivarono anche le specializzazioni, ma lui continuò ad essere il medico popolare e popolano, ruolo che sino ad oggi ha assolto alla sua maniera, passando casa per casa, nelle contrade, ogni settimana. La pressione, le ricette, a volte la visita placebo, per evitare soprattutto agli anziani la sosta in ambulatorio. Un medico capace anche di ascoltare la malattia della solitudine, della malinconia, e curare anche semplicemente con un abbraccio, una stretta di mano, un saluto.

A Brolo, Cosimo costruisce da subito una rete di amicizie fuori dal lavoro. Amici che oggi sono pronti a festeggiarlo.

“Il mio è stato il mestiere della vita, del cuore, dell’impegno – dice Cosimo Costantino, che aggiunge –  Per me è stata un’enorme soddisfazione, ma anche grande responsabilità, essere un punto di riferimento della mia gente – perchè mi sento brolese da sempre -, e posso dire di esserlo pienamente. Qui sono cresciuto professionalmente, qui vive la mia famiglia. I brolesi mi hanno accolto a braccia aperte, avrei potuto andare altrove, ma ho sempre scelto, anche ora, di stare qui”.

Poi si lascia andare a riflessioni legate all’attualità: “Oggi c’è carenza di medici di base , forse a molti è sfuggito che la mia generazione, dopo 40 anni, sarebbe andata in pensione… C’è chi pensa che la figura del medico di famiglia sia arrivata ad una svolta, che stiamo virando verso le case della salute  per gli over sul modello anglosassone, ma siamo indietro di decenni, per cultura e per strutture. Io credo che fare il medico di famiglia sia un bel mestiere, necessario, importante, ci vuole competenza, professionalità, impegno e non è facile. Puoi trovarti davanti di tutto, dal parto alle fratture, e scopri lì, in quei frangenti, che farlo è una missione prima che sia un lavoro”.

Costantino è stato spesso severo con i pazienti che chiedevano “certificati furbetti” , intransigente nei confronti delle  “terapie fai da te viste su internet”, e per le urgenze non si è mai risparmiato, accompagnando, a casa, con umanità e scienza i “suoi” pazienti anche nelle fasi terminali della vita.

Ecco, oggi raccontiamo una storia brolese, quelle di chi ha interpretato pienamente, negli intensi decenni di professione, la figura del “medico condotto” di un tempo, disponibile e attento con tutti, pronto a gestire qualsiasi situazione e patologia, prodigo di consigli e con una parola di speranza per tutti. Lui, si emozione, schiva i complimenti, e ringrazia la collettività brolese  “che mi ha voluto bene”  e la famiglia, “alla quale certamente ho sottratto del tempo per la mia professione. Ora cercherò di recuperare…”.

Il suo grazie va anche al team di colleghi-amici con i quali ha fatto squadra, nelle sostituzioni, nelle battaglie per i diritti della categoria e del malato. Un grazie a Santina, preziosa collaboratrice di studio e a chi si è alternato in questi anni presso il suo ambulatorio ai collaboratori scientifici… Ma assicura. Un medico non va mai in pensione!

Grazie dottor Cosimo per quanto hai fatto.

 

 

 

fonte notizia: www.scomunicando.it

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