mercoledì, novembre 27

ON. FRANCO DE DOMENICO – EMERGENZA CORONAVIRUS

l’On. Franco De Domenico deputato regionale del partito Democratico e sono convinto, altresì, che il territorio si debba difendere con determinazione, risolutezza e competenza, senza clamore e soprattutto senza ingenerare confusione, rispettando leggi e ruoli.

Per questo ritengo doveroso comunicare che ieri a Palermo ho avuto un incontro sull’emergenza coronavirus, insieme agli altri componenti dell’ufficio di presidenza della Commissione salute (gli Onn.li Margherita La Rocca, Carmelo Pullara, Francesco Cappello), con l’assessore Razza.

In via preliminare, abbiamo affrontato la preoccupazione per un contagio che, inevitabilmente, crescerà nei prossimi giorni; a tal fine è stato ribadito con forza che bisogna rispettare l’invito a restare tutti a casa. Sembra che il grado di consapevolezza stia crescendo, questo è l’unico modo di frenare il contagio, ma bisogna essere rigorosi, non sono ammessi comportamenti superficiali o deliberatamente azzardati, che qualora a nostra conoscenza, senza remore, devono essere denunciati, per la tutela di tutti.

La Sicilia sconta il massiccio rientro di siciliani domiciliati nelle zone di maggior contagio: ad oggi si sono registrate sulla piattaforma predisposta dalla Regione 20.000 persone, ma sulla base di incroci con i dati delle compagnie aeree e delle ferrovie è ragionevole stimare che siano almeno il doppio.

Chi non si è registrato ha il dovere di farlo, anche in ritardo. Non ci sono sanzioni, ma acquisire tali informazioni permette di governare meglio l’emergenza e programmare in modo più incisivo le azioni. Per cui continua De Domenico- registratevi anche adesso: aiuterete voi stessi e tutti i siciliani.

La questione principale da affrontare e risolvere è la carenza di dispositivi di protezione individuale (DPI). Ci sono richieste da tanti fronti, dal personale sanitario dei presidi ospedalieri, ai medici di base, dal volontariato a coloro che svolgono mansioni di front-office: E’ bene chiarire che tutte le consegne sono bloccate dalla protezione civile nazionale che ha accentrato le forniture e la distribuzione, che avverrà, ovviamente, con criteri di priorità emergenziale.

Ciò comporta che la Sicilia sia svantaggiata in termini di rifornimenti, poiché il numero dei contagiati è finora più basso di tante altre regioni, anche se, per effetto dei numerosi rientri dalle zone più colpite, il rischio di un repentino aumento della diffusione del virus è molto più alto del resto d’Italia. In settimana, comunque, avverranno le prime consegne e progressivamente ne sono state programmate altre. E’ evidente che la carenza persisterà, per cui, inevitabilmente non sarà facile soddisfare le richieste.

E’ stato affrontato poi il tema dei posti letto e in particolare di quelli di rianimazione. Al momento, seguendo la curva prospettica delle esigenze, non si prevedono particolari problemi nella disponibilità di posti in rianimazione per i prossimi 15 giorni. Comunque entro una settimana saranno incrementati significativamente in tutti gli ospedali in cui è presente almeno un reparto di terapia intensiva, ossia nella stragrande maggioranza dei presidi ospedalieri siciliani. Infatti, è più semplice incrementare i posti laddove c’è già una organizzazione che crearne di nuovi (in considerazione della carenza di personale specializzato).

L’idea di fondo, per affrontare l’emergenza, è di creare in ciascuna provincia covid hospital, ossia ospedali o reparti dedicati esclusivamente all’emergenza coronavirus, ad esempio dedicare l’ospedale di Partinico e un reparto del “Cervello” per Palermo, l’ospedale di Barcellona e un intero padiglione del policlinico per Messina, etc., per concentrare risorse umane e attrezzature.

Concretizzando in numeri, sono stati già liberati centinaia di posti letto ed è stato predisposto un piano che, nelle varie aziende sanitarie provinciali, consentirà di avere a disposizione oltre 1.000 posti entro una settimana, per poter eventualmente ricoverare pazienti con il Covid-19. Inoltre, 150 dei 500 posti di terapia intensiva previsti nella rete ospedaliera saranno dedicati a pazienti che necessitano di ricovero per il contagio dal virus. La Commissione Salute ha suggerito di aggiungere ai posti già previsti una parte delle sale operatorie che, in caso di emergenza, possono essere utilizzate anche come terapie intensive.

Inoltre si è avviato un reclutamento straordinario di medici e infermieri per sopperire allo sfiancamento di tutto il personale sanitario che encomiabilmente sta facendo sforzi sovrumani e si sta definendo un accordo con l’ospedalità privata, finalizzato a condividere risorse umane e strutture in caso di necessità,

Quanto alla possibilità di incanalare nelle giuste forme la grande generosità dei siciliani, il Governo Regionale ha affermato che in questo momento la sanità non ha un problema di risorse finanziarie, ma esiste invece un problema di disponibilità di risorse umane, attrezzature e tecnologie, che non sono tuttavia disponibili sul mercato.

Ritengo, pertanto-continua l’On. De Domenico-che bisogna pensare al futuro, da subito! Cominciamo a proiettarci nello scenario del dopo coronavirus e incanalare la beneficenza alla “ripartenza”. Un fondo di solidarietà per piccole imprese, lavoratori autonomi, insomma il popolo delle partite Iva, che insieme ai dipendenti del settore privato, sono senza alcuna protezione sociale e saranno, ad emergenza finita, quelli che pagheranno il prezzo più alto della crisi, allo stesso tempo sono coloro a cui dovrà essere affidata la ripresa. In questo senso cercherò nei prossimi giorni di contribuire a creare questo fondo che possa essere il più ampio possibile e possa salvaguardare il prezioso lavoro di tanti siciliani che rischiano, senza tutele di annegare in una profonda crisi.

Questo senza voler sorvolare sulle tante cose che non funzionano- conclude De Domenico- si paga un prezzo salatissimo dei tagli alla sanità degli ultimi decenni; si paga l’incapacità di coloro che sono stati selezionati per assumere ruoli apicali sulla base del criterio dell’appartenenza piuttosto che del criterio della competenza. Oggi però non è il tempo delle polemiche, c’è un tempo per ogni cosa. Oggi è il tempo di unire le forze per affrontare questa straordinaria situazione che ha colto tutti impreparati. Dobbiamo essere vigili, questo sì, e responsabili; dobbiamo ascoltare la gente, raccoglierne le paure, i bisogni e le idee, in buona sostanza portando la voce dei siciliani all’ARS.

 

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