In questo momento di assoluta emergenza per la nostra città, devo constatare come a Messina sia stato adottato un modello che prevede l’assenza dei vertici della sanità regionale. Lo preciso subito: il mio non vuole essere un atto di accusa – non è certo questo il momento delle polemiche – nei confronti di alcuno. La decisione di accentrare nei fatti il coordinamento degli interventi sanitari per fronteggiare l’emergenza coronavirus nelle mani del sindaco De Luca non è, a priori, un’idea da bocciare. Anzi, potrebbe essere molto utile. Pur tuttavia si tratta di una decisione quantomeno anomala, evidentemente adottata per sopperire alle carenze della catena di comando, che si manifestano nei fatti e non rientrano più nel novero delle mere opinioni.
Stiamo assistendo inermi, ad esempio, al dramma di poco meno di un centinaio di persone che, in una casa di riposo, rimangono da giorni in balia degli eventi. Solo dopo due giorni dalla segnalazione sono stati eseguiti i tamponi (ma, sembrerebbe, esclusivamente per un quarto delle persone interessate) e soltanto dopo altri due giorni ci si è ricordati che, se al Papardo mancavano i reagenti, c’era comunque la possibilità di eseguire in tempi relativamente rapidi gli esami in altre strutture. Esami che, una volta eseguiti, hanno dato un esito allarmante, con un tasso di positività superiore al 90 per cento. Nel frattempo, però, solo interventi parziali per i casi più disperati e, ovviamente, il forte sospetto che i contagi all’interno della struttura si siano ulteriormente propagati.
Aumentano i casi nelle isole Eolie di pazienti positivi al Covid. Qui i cittadini si sentono abbandonati a se stessi e chiedono rassicurazioni alle istituzioni locali e regionali dalle quali, però, ricevono un imbarazzante silenzio assordante.
Di fronte a simili episodi, non ci si può che augurare che un coordinamento locale dell’emergenza sia in grado di attivare, finalmente, interventi sul territorio in maniera più rapida ed efficace di quanto oggi sta avvenendo.
Se il modello locale è quello scelto per evitare quanto avvenuto finora e che ha portato la nostra città alle soglie dell’allarme rosso per numero di contagi da Covid, ben venga, a patto che sia una soluzione di concretezza e non di apparenza, finalizzata a ottenere visibilità e non in grado di fronteggiare un dramma di così ampie dimensioni.
Sto lavorando da casa in contatto costante con il gruppo di parlamentari con i quali condivido le attività in commissione e in aula e sono pronto a trasferirmi a Roma per un impegno ancora più diretto in Parlamento per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica che sta attraversando il Paese. Tuttavia, offro la mia piena disponibilità a collaborare sul piano territoriale e chiedo al sindaco De Luca di creare una squadra più estesa, badando esclusivamente alle competenze e non al colore politico. Ritengo che il periodo di eccezionale gravità che stiamo attraversando richieda maggiore coordinamento di tutte le istituzioni locali con il pieno coinvolgimento di chi le rappresenta. Qualcuno ha deciso che dobbiamo essenzialmente cavarcela da soli. Ritengo che Messina abbia le risorse e le forze per farlo. È il momento di coalizzarle queste forze.
Il sindaco allarghi il tavolo istituzionale, evita do qualsiasi tipo di attrito e di scontro e coinvolgendo chi è necessario: è la migliore risposta che in questo momento può dare a coloro i quali, per scelta o per drammatica necessità, da Palermo hanno dimostrato di non poter più gestire in modo verticistico e assolutistico quanto sta accadendo nella nostra città.