MESSINA. Dopo Sicilia Futura, anche il gruppo di Forza Italia legato al deputato regionale Luigi Genovese (FOTO IN BASSO) decide di non partecipare ai lavori d’aula dell’ordine del giorno “Cambio di passo”. Decisiva, per la decisione, la bocciatura della “dottrina vaccarino”: la proposta del capogruppo di Forza Italia di modificare il documento proposto da Cateno De Luca, smontandolo dal significato politico e trasformarlo in comunicazione amministrativa.
Cosa comporterà questo per le sorti della discussione (e della città, dato che il sindaco Cateno De Luca ha spiegato che senza una maggioranza di 17 consiglieri si dimetterà per andare al voto)? Intanto Sicilia Futura non è più sicuro che rimarrà fuori dall’aula (anzi, è più probabile il contrario), poi la linea d’aula è che De Luca rimanga sindaco (non ci sono le condizioni per andare a votare), ma facendo passare contestualmente una linea di rigetto dell’idea stessa di sottoporre al voto una questione del genere. Di seguito il comunicato.
“Non parteciperemo al terzo atto della discussione sul cosiddetto “Cambio di passo”, spiegano Benedetto Vaccarino, Giovanna Crifò, Francesco Pagano, Giandomenico La Fauci e Salvatore Sorbello. “Quel che dovevamo dire e fare lo abbiamo detto e fatto. Con senso di responsabilità, senza pregiudizi e con amore per il nostro ruolo e per la nostra città.Riteniamo solo doveroso, per evitare sul nascere qualsiasi forma di speculazione, chiarire i passaggi fondamentali della nostra posizione, espressa a più riprese nel corso dei due precedenti “round” della discussione sul Cambio di passo”.
“Consideriamo la delibera proposta dal sindaco De Luca una forzatura che poteva e doveva essere evitata – continuano – E la consideriamo tale proprio a partire da un presupposto evidenziato nel documento presentato dal sindaco, cioè quel passaggio in cui la tanto discussa piattaforma emerge nel suo carattere “politico-programmatico”, che rimane sostanzialmente centrale anche nella seconda versione del testo, datata 26 gennaio 2020. Un atto di convergenza politica, pertanto, proposto (e riproposto) ai vari gruppi consiliari che nel corso della campagna elettorale dell’estate 2018 hanno sostenuto altri candidati alla sindacatura e programmi elettorali distanti e distinti da quello presentato dall’allora candidato sindaco Cateno De Luca”.
“Avremmo potuto fermarci già a questo punto – proseguono i cinque – Eppure, spinti da un sincero senso di responsabilità nei confronti del nostro ruolo e di tutti i cittadini messinesi, turandoci il naso abbiamo offerto al sindaco un percorso alternativo – alternativo e democratico – alla sua forzatura intrisa di arroganza politica: modificare l’oggetto ed il contenuto della delibera da atto di indirizzo a “Comunicazione sulla piattaforma programmatica denominata –Cambio di Passo”. Una rimodulazione che avrebbe consentito al Consiglio di non esprimere il proprio voto, ma semplicemente di recepire ed analizzare la struttura concettuale dell’attività amministrativa del 2020 che il sindaco avrebbe tradotto nelle delibere proposte, passo dopo passo, per l’eventuale approvazione del Consiglio comunale. Riteniamo, senza tema di smentita, che quella appena accennata fosse una soluzione equa, equilibrata e appunto democratica. Gli stessi ingredienti che hanno scandito il nostro atteggiamento sin qui: un arco temporale di 18 mesi nel corso dei quali abbiamo garantito all’amministrazione De Luca decine e decine di voti favorevoli alle delibere proposte. Ciononostante, anche nella versione “emendata” del testo originario, non solo permane l’indirizzo indiscutibilmente politico del documento, ma emerge in tutta evidenza la volontà del sindaco De Luca di fare orecchie da mercante rispetto a quello che è il problema centrale di questa sua iniziativa: fare leva sul meccanismo del voto per specchiarsi, eventualmente, sul sostegno che il Consiglio comunale potrebbe accordargli. O peggio, in caso di bocciatura, per provare acrobaticamente a far passare l’idea che le sue eventuali dimissioni sarebbero una conseguenza dell’atteggiamento irresponsabile del Consiglio comunale di Messina: il nuovo “nemico” tirato fuori dal suo cilindro a cui addossare uno scempio di cui, in realtà, il sindaco De Luca – comunque vada a finire – sarà il solo responsabile”.
“No, noi non siamo disposti a prestarci a questi giochini privi di qualsiasi forma di logica seria e costruttiva – attaccano – La nostra evidente apertura di credito manifestata sin qui, unita alla certezza di essere inequivocabilmente disinteressati alle logiche da “poltronificio” – atteggiamento di cui lo stesso sindaco De Luca può darci atto – ci permette di sottrarci all’appuntamento odierno a testa alta e senza alcun rimorso di coscienza. Noi abbiamo teso la mano a chi è rimasto rigido sulle sue posizioni. E abbiamo avanzato, con inconfutabili argomentazioni a supporto e rigore istituzionale, una proposta a chi invece ha deciso, ancora una volta, di tapparsi le orecchie e intraprendere, come nel suo stile, il sentiero del protagonismo. Non abbiamo chiesto nulla in cambio. Anzi sì, due cose: rispetto e ascolto. Ma siamo andati a sbattere contro un muro di gomma. Ed allora, proprio perché non siamo disposti a svendere la nostra dignità, non possiamo più concedere alibi al sindaco De Luca. Convinti, come siamo, che in politica e nella vita la forma è sostanza”.
Quindi la conclusione: “A testa alta, lo ribadiamo, andremo avanti assecondando sempre la nostra scuola di pensiero: sosterremo, ma un passo per volta, come del resto avvenuto dall’inizio di questa avventura e sino ad oggi, ogni azione che riterremo utile alla crescita e allo sviluppo della città di Messina. Da questo punto di vista, il sindaco De Luca troverà in noi un alleato che gli consentirà di contare, passo dopo passo, su una maggioranza “non scritta” garantita da chi, come noi, antepone il senso di responsabilità alle strategie politiche. Ecco, se il sindaco De Luca avesse anche lui anteposto il senso di responsabilità alla strategia politica, oggi non ci troveremmo costretti ad arrovellarci ancora su questo “Cambio di passo”: uno dei punti più bassi della storia politico-amministrativa della città di Messina”.